Editoriali
Vincenzo De Luca ha fatto bene a vaccinarsi, perché Conte e Speranza non l’hanno fatto?
Lo hanno attaccato, sbertucciato, accusato di aver compiuto un abuso, una sorta di favoritismo ad uso proprio. Ma De Luca ha fatto bene a vaccinarsi contro il Covid e a farlo in modo pubblico. E la ragione è chiara: ha voluto dare l’esempio. Ha fatto quello che il ministro Speranza e il premier Conte avrebbero già dovuto fare e non hanno fatto, forse timorosi proprio di ciò che è accaduto a De Luca. Il quale ha fatto esattamente ciò che il Presidente eletto americano, Joe Biden, e il Presidente israeliano, Benjamin Netanyahu, espressioni di due grandi democrazie, hanno fatto: utilizzare, anche simbolicamente, la propria immagine ed il proprio ruolo per mostrare ai propri concittadini che sì, ci si può vaccinare in assoluta sicurezza. E c’è anche una piccola curiosità, rispetto alla scelta fatta da questi due leader politici: Netanyahu si è ironicamente rifiutato di farsi iniettare il vaccino sul braccio sinistro, facendosi pungere a destra; a Biden, invece, il vaccino è stato inoculato a sinistra, non sappiamo se per caso o per scelta. Non so in quale Italia vivano coloro che hanno criticato il Presidente della Regione Campania, ma l’Italia in cui vive De Luca è probabilmente quella che tutte le persone con i piedi per terra vedono attorno a sé.
È un’Italia in cui c’è tanta gente che ha ancora dubbi sul vaccino. E questi dubbi vanno rispettati e tenuti da conto, non demonizzati. È un’Italia in cui c’è gente che nonostante l’immane tragedia che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo, non crede necessariamente alla scienza ed ai suoi moderni sviluppi, anzi la identifica con una corsa matta al profitto a scapito della sicurezza sanitaria, e quindi non vuole vaccinarsi perché ha paura. E in effetti, dobbiamo dirlo, non è che dallo scoppio della pandemia la scienza – o meglio gli scienziati o esperti che hanno inondato trasmissioni tv, radio e giornali – abbia offerto al pubblico la parte migliore di sé. Forse la parte migliore era ed è rimasta chiusa nei laboratori ad alta tecnologia in cerca della cura contro il Covid.
Sui vaccini anti-Covid, come su qualunque altra cosa che attenga alla realtà umana, girano le informazioni più disparate e incredibili, ma ormai il credibile e l’incredibile hanno pari dignità e trattamento nel mare magno del sentito dire digitale. E così è perfettamente normale che ci siano persone a cui basta sentire di un piccolo effetto collaterale manifestatosi su un vaccinato in qualche sperduto angolo del mondo, per essere portate a mettere in dubbio gli effetti positivi che questi farmaci potranno avere sulla popolazione. Nonostante i quasi 81 milioni di casi e il milione e 760mila decessi, c’è chi ritiene che i vaccini prodotti non siano sicuri. E questo “chi” non va liquidato con l’etichetta di “negazionista”, ma capito e convinto che il vaccino è totalmente affidabile anche se realizzato a tempi di record e che non provoca scompensi, allergie o addirittura patologie gravi. È una responsabilità della politica, non solo della scienza, quella di informare e rassicurare una popolazione che convive ormai con la minaccia quotidiana alla propria salute. Se non lo fa, si assume il costo sociale (e sanitario) di questa mancanza. Ecco perché il gesto simbolico di De Luca, se lo sottraiamo alla nostra ormai connaturata abitudine di giudicare l’altro secondo criteri bassi che più bassi non si può, ha un valore positivo e molto politico.
Se c’è una cosa che dovremmo aver imparato da questa pandemia è che siamo indissolubilmente legati gli uni agli altri, interdipendenti, e che questo inevitabilmente – e tristemente – limita le nostre libertà e anche il nostro ricorso alla stupidità o alla superficialità. De Luca, che nella sua veste istituzionale non rappresenta se stesso, ma un’intera comunità sociale, ha dato il buon esempio vaccinandosi. In guerra, e questa è una guerra, i generali guidano l’esercito stando in testa e non nascondendosi in coda per timore delle critiche o delle stupidità altrui. Adesso anche Conte e i suoi ministri dovrebbero muoversi sulla stessa falsariga.
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