Violenza sulle donne, polemiche in Francia dopo l’assoluzione del compagno della judoka Margaux Pinot

Polemica in Francia per l’assoluzione dell’allenatore di judo Alain Schmitt dall’accusa di violenze sulla campionessa olimpica Margaux Pinot. L’accusa ha fatto appello contro la decisione del tribunale, adottata per “insufficienza di prove” nel caso delle violenze dell’ex componente della nazionale francese di judo sulla compagna, lo scorso weekend nella banlieue di Parigi.

La vicenda

“Mi ha afferrata per i capelli, mi ha tirato a terra, mi è salito a cavalcioni e ha iniziato a strapparmi i capelli e a sbattermi la testa a terra. Voleva strangolarmi”, ha raccontato alla polizia la judoka francese Margaux Pinot, oro olimpico a Tokyo con la squadra mista transalpina, ancora con il volto tumefatto, segni della terribile violenza domestica.

L’atleta, 27 anni, ha denunciato e accusato il compagno e allenatore Alain Schmitt di averla presa a pugni e di aver tentato di strangolarla nel corso di una lite lo scorso fine settimana a Parigi. La donna è riuscita a fuggire dall’appartamento e si è rifiugiata dai vicini di casa, che avevano chiamato la polizia. Gli agenti hanno arrestato l’uomo, che ha negato ogni accusa definendola “falsa al 100%” e parlando di una zuffa fra amanti a base di mosse di judo e provocata da Margaux Pinot.

“Insufficienti prove di colpevolezza”

A nulla sono serviti i racconti di Pinot, che ha descritto quei terribili e interminabili momenti di violenza, dove è stata aggredita da Schmitt, 38 anni, che l’ha sbattuta a terra, abusata verbalmente, presa a pugni molte volte e cercato di strangolarla.

Il pubblico ministero ha chiesto un anno di carcere con la condizionale per quella che hanno definito una “violenza molto grave”. Ma il giudice ha ritenuto che non ci fossero “sufficienti prove di colpevolezza” per procedere l’uomo. Schmitt è stato infine assolto.

Lo sfogo della judoka

La sportiva ha reagito, poco dopo l’udienza, pubblicando sui social media una fotografia del proprio volto gonfio e tumefatto: Pinot ha infatti riportato lividi e una frattura al naso, con 10 giorni di prognosi. In un post sui social network si è lasciata andare a uno sfogo colmo di rabbia.

“Quanto vale la loro difesa diffamatoria contro le mie ferite e il sangue sparso sul pavimento del mio appartamento? Cosa mancava? La morte alla fine, forse? Probabilmente è stato il judo a salvarmi. E il mio pensiero va anche a chi non può dire lo stesso”, ha scritto nel post.

Solidarietà del mondo dello sport

Stelle dello sport e politici francesi hanno espresso rabbia per l’assoluzione dell’allenatore. Numerosi i messaggi di sostegno per la campionessa olimpionica. In un messaggio di solidarietà alla collega di nazionale, la star del judo femminile francese Clarisse Agbe’gne’nou, portabandiera della delegazione francese alle Olimpiadi di Tokyo, si è detta “scioccata” dalla sentenza. “Siamo tutti profondamente colpiti da quello che ha subito la nostra compagna Margaux Pinot”, ha fatto sapere il tre volte campione olimpico Teddy Riner.

Il presidente della federazione Stéphane Nomis si è detto scioccato dalla decisione del tribunale, mentre la procura ha annunciato che presenterà ricorso contro la decisione del giudice.