Milano
Violenze nel carcere Beccaria, le immagini di quattro agenti contro un 15enne e il silenzio del personale sanitario

Gli orribili racconti dei minori del carcere Cesare Beccaria di Milano vengono ora confermati dalla verità delle immagini. L’indagine per torture e maltrattamenti nel penitenziario che la scorsa settimana ha portato in carcere 13 agenti della penitenziaria si arricchisce delle prove video: documentano il pestaggio su un detenuto di 15 anni, episodio avvenuto l’8 marzo, quando il ragazzo veniva condotto fuori dalla cella da quattro agenti e trascinato per le scale. Tirato per il braccio (sanguinante dopo alcuni tagli che si era procurato), spinto contro un muro e colpito dalla testa al torace e poi fatto cadere a terra per poi essere percosso con numerosi calci da quei quattro agenti senza divisa.
Le telecamere (i cui frame vengono diffusi dall’Ansa) lo riprendono di nuovo quando torna verso il suo letto con una fasciatura al braccio dopo essere stato medicato in infermeria. Nei minuti successivi viene nuovamente prelevato da due agenti e portato in un ufficio al piano terra dove poi rimane per otto minuti. Lì, secondo nell’informativa agli atti dell’inchiesta dell’aggiunto Letizia Mannella e dei pm Rosaria Stagnaro e Cecilia Vassena e condotta anche della Squadra mobile, non gli sarebbero state rivolte ulteriori violenze.
Il ruolo del personale
Dopo l’ultimo caso al centro delle indagini restano anche omissioni e coperture di personale sanitario e educativo, così come i responsabili della struttura. Mentre come persone informate sui fatti sono stati ascoltati anche don Gino Rigoldi e don Claudio Burgio, ex ed attuale cappellano del carcere minorile.
Dalle intercettazioni era emersa anche la preoccupazione degli agenti: “Adesso ci fregano, perché prima non c’erano le videocamere, si trovavano scuse, potevamo dire che il ragazzo ci aveva aggredito ecc ecc, ora non è più come una volta, le telecamere parlano. Come ti giustifichi?“. Avevano capito che la situazione poteva cambiare dopo la nomina del nuovo direttore, in concomitanza con l’avvio delle indagini: “Tu sei il direttore, ci devi proteggere. Per un marocchino di mer.. che neanche parla l’italiano”.
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