Sono 108 tra agenti e funzionari per i quali la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio
Violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, chiesta la proroga dei domiciliari per 20 poliziotti
Continuano le indagini sull’ “orribile mattanza” che andò in scena nel carcere di Santa Maria Capua Vetere il 6 aprile del 2020. La Procura di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) ha chiesto la proroga degli arresti domiciliari per venti poliziotti della Penitenziaria indagati nell’inchiesta sulle violenze commesse ai danni di detenuti al carcere sammaritano.
Il gup Pasquale D’Angelo deciderà il 15 dicembre, giorno in cui inizierà l’udienza preliminare per i venti agenti e per gli altri indagati, 108 in totale tra poliziotti penitenziari e funzionari del Dap, per i quali la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio. Il procuratore aggiunto Alessandro Milita e i pm Alessandra Pinto e Daniela Pannone hanno richiesto la prosecuzione dei domiciliari per i venti poliziotti ancora ristretti agli arresti dal 28 giugno scorso, giorno in cui scattò il blitz dei carabinieri che portò in carcere otto agenti e altri 18 ai domiciliari.
Ad oggi non c’è più nessun agente in carcere, ma ne sono rimasti venti ancora in regime di custodia cautelare in casa, per i quali la Procura chiede ora la proroga degli arresti. La Procura ha inoltre chiesto la proroga della misura cautelare dell’interdizione dai pubblici uffici per altri sette agenti.
Dopo le prime indagini, la Procura sammaritana ha chiesto il rinvio a giudizio per 108 persone, tra a genti e funzionari dell’amministrazione delle carceri. Gravi per loro le accuse a vario titolo: tortura, lesioni, abuso di autorità e falso in atto pubblico. Dodici agenti dovranno rispondere anche per la cooperazione nell’omicidio colposo di un detenuto algerino, Lakimi Hamine, deceduto il 4 maggio 2020 dopo essere stato tenuto in isolamento dal giorno delle violenze.
Per gli investigatori Lakimi, detenuto fragile, dopo aver subito le botte e poi messo in isolamento dove avrebbe assunto “in rapida successione e senza controllo sanitario un mix di farmaci, tra cui oppiacei, neurolettici e benzodiazepine”. Sarebbe stato questo a causare un mese dopo la morte per arresto cardiocircolatorio conseguente a edema polmonare acuto.
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