Nuovo allarme in Italia
Virus cinese, rientra caso sospetto a Parma: coinvolta donna di ritorno da Wuhan
Sono in corso controlli sanitari a Parma su una donna, di recente rientrata da Wuhan, che ha accusato febbre e tosse. La donna si era recata in Cina per lavoro insieme all’altra paziente controllata ieri a Bari, e risultata poi negativa al coronavirus. Subito dopo le prime visite a Parma, l’allarme sarebbe rientrato anche perché, hanno fatto sapere i medici della Ausl, la donna non avrebbe più febbre e le sue condizioni sembrerebbero già in via di miglioramento. La paziente sarà comunque sottoposta ai dovuti controlli.
Intanto sul caso della cantante pugliese ricoverata nei giorni scorsi arrivano notizie confortanti: “In merito al caso sospetto della paziente ricoverata presso il reparto malattie infettive del Policlinico di Bari, l’istituto Spallanzani di Roma ha comunicato che la ricerca diretta del coronavirus 2019-nCoV è risultata negativa”. Lo segnala il Policlinico di Bari in una nota, in cui si legge anche che “si conferma la diagnosi di infezione da micoplasma, individuata attraverso i test diagnostici già ieri sera. Dopo qualche altro giorno di terapia antibiotica, la paziente uscirà dall’isolamento e potrà continuare la terapia a domicilio”.
La Cina si ‘blinda’ contro il diffondersi del nuovo coronavirus 2019-nCoV, che nel Paese del Dragone ha raggiunto la soglia delle circa 900 persone contagiate e 26 morti, il più giovane un 36enne ricoverato all’inizio del mese dopo aver avuto la febbre per tre giorni. Segnalate le prime vittime fuori dalla provincia di Hubei, il cui capoluogo Wuhan è l’epicentro da cui è partito il focolaio. Per l’Organizzazione mondiale della sanità non si può ancora parlare di ‘emergenza globale’, ma intanto Pechino è corsa ai ripari per cercare di arginare i flussi massicci di questi giorni in vista del capodanno cinese, che cade sabato 25, una delle festività tradizionali più sentite. Il governo ha ordinato a tutte le agenzie di viaggio e agli operatori del settore di sospendere le vendite di tour nazionali e internazionali. Inoltre, ha bloccato i trasporti di almeno 13 città della Cina centrale, dove vivono almeno 36 milioni di persone.
La sezione Juyongguan della Grande Muraglia, quella più vicina a Pechino, le tombe dei Ming e la foresta della pagoda Yinshan Talin sono stati temporaneamente chiusi, come già avvenuto per la Città proibita. Anche Disneyland a Shanghai, una delle maggiori destinazioni turistiche, ha annunciato lo stop fino a data da destinarsi. Annullate migliaia di prenotazioni nei ristoranti, mentre McDonald’s ha annunciato la sospensione delle attività in cinque città della provincia di Hubei. Chiuse numerosissime sale, in quello che di solito è uno dei periodi migliori per il botteghino, che l’anno scorso ha generato oltre 800 milioni di dollari in biglietti venduti.
Il virus, intanto, continua a contagiare anche fuori dai confini cinesi. È stato confermato un secondo caso negli Stati Uniti. Si tratta di una 60enne di Chicago, tornata il 13 gennaio da Wuhan. La donna è “in condizioni stabili”. A livello nazionale, oltre 2.000 viaggiatori di ritorno negli Usa sono stati sottoposti a screening negli aeroporti americani e 63 pazienti in 22 Stati sono sotto controllo; finora 11 sono risultati negativi al virus. Segnalato anche un caso sospetto a Bordeaux, mentre aumentano i contagi in Corea del Sud, Giappone e Singapore. L’ambasciata d’Italia a Pechino ha reso noto che non risultano al momento casi di coronavirus tra gli italiani a Wuhan. Mentre in città iniziano a mancare maschere e dispositivi medici, è stata avviata in tempi record la costruzione di un nuovo ospedale da mille posti letto dedicato alla cura della malattia. La struttura prefabbricata, il cui completamento è previsto per il 3 febbraio, è modellata sull’ospedale Xiaotangshan di Pechino, realizzato nel 2003 per l’emergenza Sars: i lavori, partiti da zero, erano durati appena sei giorni. E in tempi record potrebbe essere pronto per i primi test sull’uomo anche un vaccino: meno di tre mesi, rispetto ai 20 mesi che furono necessari per arrivare a un vaccino sperimentale per la Sars.
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