"Purtroppo non conosco parenti in Italia"
Vito Perillo sindaco a 100 anni negli Usa, la storia del primo cittadino nato nel Bronx: “Madre di Napoli, padre di Foggia”
Storia che racconta una delle tante Americhe (e una delle tante Italie). Nato nel Bronx (NY) nel 1924, è il sindaco più longevo al mondo. L’approdo alla politica arriva davvero molto tardi, quando si candida a sindaco di Tinton Falls, comunità di poco meno di ventimila abitanti nel New Jersey, all’età di 93 anni.
La politica rimane una prospettiva privilegiata, forse la migliore per certi aspetti, per osservare dal di dentro una società, i suoi cambiamenti, le aspettative e le sue paure. Se mettiamo da parte un approccio populista, questa continua a essere un punto di osservazione unico per comprendere le mutazioni sociali. In particolar modo, durante un periodo elettorale dove società e politica camminano con lo stesso passo e nella stessa direzione.
Così alla vigilia delle elezioni presidenziali per eleggere il quarantasettesimo inquilino della Casa Bianca, per provare a descrivere una delle tante americhe che ci sono in America e per misurarne anche la distanza dalle italie che ci sono in Italia, ho scelto di affidarmi alla politica di piccolo cabotaggio. Quella quotidiana, di un amministratore locale come ce ne sono tanti negli Stati Uniti, ma al contempo di un sindaco tanto unico quanto eccezionale: Vito Perillo, sindaco dal 2017 e che lo scorso 22 settembre ha festeggiato il suo centesimo compleanno. Tinton Falls è comunità di poco meno di ventimila abitanti nel New Jersey a meno di un’ora di auto da New York, diventata comune solo nel 1950, cioè qualche anno dopo che il suo sindaco era ritornato a casa dalla Seconda guerra mondiale. A parte le cascate, alte poco meno di 6 metri e da cui poi prende il nome, qui non c’è all’apparenza nulla di particolarmente attrattivo per cui vale visitarla o tornarci, se non fosse appunto per il sindaco Perillo che da 9 anni guida la comunità. Vito è nato nel Bronx il 22 settembre del 1924 e può vantarsi di essere il sindaco più longevo al mondo, dal momento che ha battuto il record di Charles Long, primo cittadino di Booneville, in Kentucky, che ha guidato la sua comunità fino all’età di 99 anni. La sua storia già per questa unicità è degna di essere raccontata, di diventare esempio per altri. A differenza di quanto spesso accade in Italia, l’approdo alla politica di Vito Perillo arriva davvero molto tardi, infatti, si candida a sindaco all’età di 93 anni e senza alcuna esperienza politico-amministrativa alle spalle, eppure sceglie di dedicare il suo tempo alla comunità. Nelle sue risposte possiamo cogliere, da un lato, l’essenza dello spirito americano, ma al contempo anche l’enorme distanza che ci separa dagli Stati Uniti nel modo e nelle condizioni in cui molto spesso i nostri amministratori sono costretti a guidare le loro comunità.
Sindaco partiamo dall’impegno per la comunità: solitamente quante ore a settimana dedica alla cura e all’amministrazione di Tinton Falls?
«Nel mio ruolo di Sindaco mi dedico quotidianamente alla città. Non passa giorno senza che mi confronti con gli amministratori, partecipo alle riunioni del Consiglio due volte al mese, e alle riunioni dei Direttori una volta alla settimana. Poi c’è anche la parte burocratica che mi assorbe: infatti, firmo risoluzioni, discuto di questioni di bilancio, progetti stradali e molte altri problemi in cui siamo coinvolti».
In questi anni alla guida di Tinton Falls quali sono stati i momenti più difficili e quale, invece quelli che le hanno dato maggior gratificazione?
«I momenti più difficili sono stati quelli in cui ho dovuto licenziare i dipendenti. Nessuno vuole vedere qualcuno perdere il lavoro, ma prendere decisioni difficili fa parte del ruolo che condivido insieme al consiglio e ai miei consulenti. L’interesse generale del Comune deve prevalere sempre e in ogni momento, anche se ciò implica prendere decisione dolorose.
Mentre, i momenti più belli arrivano dagli incontri con i miei concittadini, in tanti vengono da me e mi ringraziano per l’ottimo lavoro che sto facendo, soprattutto per quanto riguarda le tasse che ho abbassato e stabilizzato. Mi dicono anche che i dollari delle loro tasse vengono spesi dal Comune, per delle cause buone, come nuovi parchi e la ristrutturazione di parchi esistenti. Hanno chiesto dei campi da pickleball e li abbiamo costruiti. Ma, più di tutto, devo dire che mi rende molto felice quando vedo i bambini giocare e divertirsi in questi parchi. Inoltre, la mia festa di compleanno dei cento anni organizzata nel quartiere è stata davvero bella: uno dei miei giorni più felici. Hanno fatto e preparato di tutto: palloncini, rustici, torte e tutti che scattavano foto. Mi ha fatto sentire davvero amato. Poi, al Community Day di quest’anno, ho avuto l’onore di ricevere diversi encomi, due in particolare mi hanno fatto davvero piacere, il primo ricevuto da un ufficiale della Marina, poiché sono un veterano della Seconda Guerra Mondiale e il secondo da un senatore dello Stato, Vin Gopal».
Se un cittadino ha bisogno di parlarle o incontrarla, solitamente in che modo la contatta?
«Se c’è un cittadino che vuole discutere di qualcosa, può chiamarmi, inviarmi un’e-mail o fissare un appuntamento per venire a trovarmi personalmente. Sono sempre disponibile per qualsiasi domanda o dubbio che un residente possa avere. Ho avuto bambini che mi hanno fatto visita e ho visitato i bambini nelle loro scuole. Penso che sia importante per un sindaco essere raggiungibile e trasparente».
Consiglierebbe ai giovani della sua comunità di impegnarsi in politica?
«Sì, decisamente. Questa esperienza mi ha fatto comprendere ancor di più quanto sia importante mettersi in gioco per fare la differenza e determinare i cambiamenti che si vogliono raggiungere».
Sindaco, un’ultima domanda prima di salutarci: ha ancora qualche contatto con i suoi parenti o con la sua famiglia di origine in Italia?
«Purtroppo, devo dire, che non conosco parenti che si trovino in Italia. I miei genitori sono venuti negli Stati Uniti quando avevano circa 20 anni, mia madre da Napoli e mio padre da Foggia. Ho incontrato solo parenti che erano qui negli Stati Uniti. Mia figlia, Anna Mae, è appena tornata da un bellissimo viaggio in Italia. Ha visitato Napoli e Foggia per onorare i miei genitori. È stata anche a far visita a un Gerardo Perillo che vive a Castelfranci in provincia di Avellino. È un bravo viticoltore e ha accolto mia figlia come se fosse della famiglia. Non sappiamo se siamo imparentati, ma Anna Mae mi ha detto che notava in lui una certa somiglianza con mio nipote».
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