Sono commosso come tutti per le vittime del ghiacciaio della Marmolada. Sono commosso per le famiglie, per coloro che hanno perso i loro cari. Questa cosa ha colpito l’Italia, ma l’Italia è un Paese emotivo, ma nella sua emotività delle volte si lascia andare a delle sciocchezze. Tutti i giornali e le tv, oggi, sono piene del dolore e della rabbia dei parenti delle vittime. Io capisco il dolore, anzi, lo condivido. Posso anche capire la rabbia. Ma se noi abbiamo un figlio, un marito, una moglie, un parente che ama fare parapendio, bungee jumping, il paracadutismo, noi dobbiamo dire ‘voi rischiate’; non glielo possiamo impedire, però se cadono, se hanno un incidente non possiamo manifestare le responsabilità penali di uno Stato che non gli può impedire di fare quello che vogliono.

Esiste la libera circolazione in Italia, esiste perfino per il contrabbando, a volte perfino per l’immigrazione. Ma come potremmo impedire a delle persone di salire su una montagna pericolosa? Se hanno rischiato ed è successo un incidente, perfino la magistratura, perfino la procura di Trento ha detto ‘non cerchiamo le responsabilità in una tragedia che ci ha colpito tutti’.

Questo luogo comune dei mezzi d’informazione, che dice andiamo a raccogliere la rabbia e il dolore dei parenti. Io capisco quelli delle vittime del terrorismo, ma non capisco la rabbia e il dolore per inscenare nuove cause penali perché uno ha avuto un incidente di montagna quando è andato su una montagna pericolosa. Non lo capisco ed è un po’ controcorrente rispetto alle cose che si dicono in questo momento. Io immagino redattori, caporedattori che dicono vai a raccogliere la rabbia, il dolore dei parenti; ma i parenti la rabbia dovrebbero manifestarla in casa. Ma in questo caso lo Stato non c’entra, il penale non c’entra”.

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Direttore editoriale di Riformista.Tv e TgCom