Keita Baldé Diao conosce bene certe situazioni. “Vengo da genitori africani che hanno dato tutto per arrivare in Europa e dare un futuro migliore ai loro figli: per questo quando vedo situazioni del genere provo sempre ad aiutare”. Per un mese il calciatore del Monaco ha procurato e pagato alloggio, vitto e vestiario per 150 lavoratori stagionali senegalesi a Llerida, in Catalogna, la regione spagnola dov’è nato e cresciuto. Prima del suo impegno una decina di hotel e strutture si erano rifiutati di ospitare i braccianti.

Si era mosso inizialmente in forma anonima, dopo aver visto il video in cui il portavoce dei lavoratori denunciava la situazione. Ma questioni burocratiche lo hanno costretto a uscire allo scoperto. “È andata bene così: se non mi fossi esposto credo che i lavoratori avrebbero continuato a dormire in strada”, dice in un’intervista al Corriere della Sera.

Keita Baldé, 25 anni, attualmente gioca per il Monaco, in Francia, dove il campionato è stato definitivamente chiuso per l’emergenza coronavirus. È nato però in Spagna ed è cresciuto nelle giovanili del Barcellona e poi nella primavera della Lazio. Nel 2018 una nuova esperienza in prestito in Italia, all’Inter, prima di tornare in Francia. Sul problema del razzismo degli stadi ha dichiarato: “Il problema si ripresenta spesso e bisogna fare in modo che accada meno. A volte sono pochi scemi a comportarsi male. Però c’è gente cattiva, che cerca di attirare l’attenzione e non va sottovalutata”.

Con la Nazionale senegalese ha segnato 5 gol in 30 presenze. Con Sadio Mané del Liverpool è un modello nel suo Paese. “Abbiamo gli stessi progetti, nei nostri villaggi d’origine: aiutiamo a costruire scuole, moschee, ospedali, strade. Il presidente ci ha convocato, è un onore. E il nostro sogno è che escano altri dieci Mané e dieci Keita”.

Redazione

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