Destinato a far discutere il post del direttore editoriale del quotidiano Libero, Vittorio Feltri, sul caso di Denise Pipitone. “La vicenda della piccola Pititone è talmente intricata che ci ha rotto le balle”, aveva scritto un paio di giorni fa sul suo profilo Twitter il giornalista. A quel post, dai toni già piuttosto forti, è seguito oggi un secondo post in cui non ha certo abbassato quegli stessi toni sul caso della bambina sparita nel nulla, e mai ritrovata, 18 anni fa in Sicilia.

“Lo so che si chiama Pipitone – ha premesso Feltri – Dopo 17 anni mettetevi il cuore in pace. Aggiungo che io i miei cinque figli non li ho mai mandati in strada a quattro anni. E adesso hanno l’età del dattero”. Denise Pipitone è scomparsa l’1 settembre 2004, all’età di 3 anni e 11 mesi a Mazara del Vallo, dove viveva con la sua famiglia. Non si è mai arrivati a nessuna soluzione: nessuna condanna, nessun colpevole.

Piera Maggio, la madre della bambina, non si è mai arresa. Ha sempre rilanciato e ribadito la sua ricerca della verità sulla sorte della figlia. Ha pubblicato un libro, Denise, per te con tutte le mie forze edito da Piemme e appena uscito. Negli anni si sono moltiplicate ripetutamente le apparizioni, le segnalazioni, le teorie che hanno tirato in ballo comunità rom, un presunto omicidio, una segregazione, una nuova vita da una parte all’altra del mondo sulla bambina.

“È sempre stata durissima – ha commentato la madre su tutte le apparizioni, le denunce, le presunte Denise in un’intervista a Vanity Fair – è una delusione costante e non è mai facile perché io vivo con la speranza continua. Ma per me è diventato un po’ come al lupo al lupo, mi sono fatta una corazza e vado sempre con i piedi di piombo. Finché non ci sono dati oggettivi, non mi lascio più abbindolare dalle parole. Non mi innamoro di una tesi. Anche l’ultima volta, quella di Olesya, la ragazza russa che dicevano che potesse essere Denise, paradossalmente quella più calma ero io: aspettavo l’esito degli esami, prima non mi sono sbilanciata. Purtroppo quando un figlio sparisce si rimane appesi, in bilico, con tanta rabbia addosso”.

Piera Maggio nel 2007 ha dato anche vita all’associazione Cerchiamo Denise Onlus, ha un’idea e una teoria molto precise su quello che potrebbe essere successo alla figlia. Non immagina quello che potrebbe succedere se un giorno dovesse ritrovare la sua bambina. “No, davvero. Io ormai vivo nel singolo momento. Voglio vivere nel momento: il giorno in cui dovessi trovarmi di fronte mia figlia, affronterò quella situazione, vedrò come sarà. Potrebbe essere tutto diverso da come me lo sono immaginato per tutti questi anni”.

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