Viviana Parisi, il marito Daniele denuncia: “Troppi errori nelle indagini, una vergogna totale”

Daniele Mondello dopo più di un mese torna sul luogo dell’incidente da cui è iniziata la tragedia di sua moglie Viviana Parisi e del figlio, Gioele. “Il furgone degli operai che hanno fatto l’incidente con mia moglie è stato sequestrato dopo due settimane. Una vergogna totale – ha detto –  L’hanno portato in carrozzeria e hanno smontato lo sportello e due gomme. Sono qui per assistere ai rilievi, il perito mi ha detto che nella galleria non c’è nemmeno una luce. Che vergogna, continuano a fare sbagli ogni giorno dal 3 agosto. Vergognatevi”.

Daniele non si da pace e non crede nemmeno al fatto che si possa essere trattato di omicidio-suicidio.”Escludo l’omicidio-suicidio, Viviana era una mamma stupenda e meravigliosa. In 4 anni non ha mai toccato con un dito mio figlio”, racconta in un’intervista a “Porta a Porta”. Continua a chiedere verità e a cercarla disperatamente.”Non mi fermerò mai per la verità, anche se sono stanco”, ha detto. Poi ha ricostruito gli ultimi istanti in cui ha parlato con Viviana: “Dopo la colazione, mi ha detto che voleva andare a Milazzo per comprare le scarpe – ha ricordato l’uomo – Ero in studio quando mi ha chiamato la polizia dicendomi di un piccolo incidente, fino alle 11.30 sono stato interrogato in caserma e non ho avuto nemmeno la possibilità di cercare mia moglie e mio figlio. Speravo con tutto il mio cuore che Gioele fosse vivo, ringrazio il signore che lo ha trovato altrimenti per tutta la vita avrei pensato mille cose. Così sono sicuro di poter portare almeno un fiore. Se fosse successo qualcosa al bambino, Viviana si sarebbe suicidata? Può darsi perché il dolore della madre è forte ma ci sono troppe ipotesi aperte come l’aggressione di animali”.

Non crede affatto che la moglie sarebbe stata capace di fare del male a Gioele: “Nel periodo del Covid Viviana era un po’ stanca come tutte le mamme italiane, Gioele era molto movimentato – sono le parole di Daniele Mondello – Aveva paura che succedesse qualcosa a me e al bambino, così si è avvicinata al Signore e ha iniziato a leggere la Bibbia. Non era tranquilla, l’abbiamo portata in ospedale sia a maggio che a giugno, ci siamo fidati di ospedali e medici”.

“È emerso un aspetto molto grave che mi è stato riferito dal nostro consulente e cioè che mentre giustamente l’auto di Viviana è stata sequestrata lo stesso 3 agosto, il camion dove si trovavano a bordo i tecnici che si occupavano di manutenzione delle autostrade con il quale ha avuto l’incidente è stato sequestrato solo il 10 settembre e sembra già avessero cominciato delle riparazioni”, ha detto Pietro Venuti, legale di Daniele che poi ha aggiunto: “Dagli esami svolti sulla macchina di Viviana e sul furgone non possiamo ancora escludere che Gioele sia morto per un colpo avvenuto durante l’incidente che gli avrebbe potuto causare una emorragia celebrale e lo avrebbe fatto morire dopo nelle campagne di Caronia. È emerso – prosegue – anche che la galleria non era completamente illuminata, un aspetto increscioso. Aspettiamo ulteriori esami sul Gps del furgone degli operai per capire a che velocità andavano loro e l’auto di Viviana e se siano stati loro ad essere andati a sbattere contro l’auto della donna cambiando corsia”. Questi gli ultimi dettagli emersi che hanno portato allo sfogo di Daniele.