Oggi Von der Leyen e Borrell a Kiev vedono Zelensky che dice “Mariupol quasi distrutta, ora attaccano Odessa”. L’Unione europea sta valutando un nuovo pacchetto di sanzioni (il quinto) contro Mosca e gli Stati uniti congelano ogni nuovo investimento in Russia. Il G7 ha vietato “i nuovi impegni economici in settori chiave dell’economia russa, compresa l’energia” e “sanzioni supplementari contro il settore della difesa”. La Cina ieri ha votato contro l’espulsione (approvata) della Russia dal Consiglio dei diritti umani dell’Onu. L’India si è astenuta.

L’ambasciatore cinese al Palazzo di vetro ha detto che «il dialogo e il negoziato sono l’unica via per uscire dalla crisi in Ucraina. Ci opponiamo fermamente alla politicizzazione delle questioni relative ai diritti umani». «Questa risoluzione non è stata redatta in modo aperto e trasparente». Ha detto che la mossa «aggrava le divisioni tra gli Stati membri, aggiunge benzina al fuoco, e non aiuta i colloqui di pace». Pechino ha anche chiesto una inchiesta sulla strage di Bucha, gesto graditissimo dal Cremlino. Informazioni ulteriori su quella strage, secondo il giornale tedesco Der Spiegel, l’avrebbe intanto raccolte il Bundesnachrichtendienst (Bnd), il servizio segreto tedesco. Ha intercettato comunicazioni via radio tra forze russe in cui si discuteva dell’omicidio di civili a Bucha. Gli scambi registrati demolirebbero la versione russa sulla strage.

Al portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ieri Sky news ha chiesto se Vladimir Putin sia preoccupato di finire in tribunale per i crimini commessi dai suoi militari in Ucraina. «Non vediamo alcuna possibilità che questo» accada, è stata la risposta e poi la Russia non riconosce l’autorità della Corte penale internazionale. Non siamo l’unico Paese al mondo a farlo». Quello che a Mosca interessa è «un’indagine davvero indipendente e obiettiva su tutti i crimini», ha ribadito. Ha ammesso che le forze russe hanno subito «perdite significative» in Ucraina, parlandone come di «una tragedia» ma senza indicare numeri. Ha definito il ripiegamento momentaneo russo dalla regione di Kiev come «un gesto di buona volontà» fatto per favorire i negoziati. Ha poi ripetuto la solita sfilza di frasi accuse sui «nazionalisti ucraini» e sull’uso di «civili come scudi umani».

Ha anche detto che un allargamento della Nato a Paesi come la Svezia o la Finlandia non rappresenterebbe di per sé per il Cremlino una minaccia considerabile come gravissima. Ieri un attacco aereo russo, ha riferito la testata ucraina Hromadske, ha colpito una ferrovia vicino alla stazione di Barvinkove, nell’oblast di Donetsk, bloccando la partenza di tre treni per l’evacuazione dei civili. Migliaia di persone che avrebbero dovuto essere evacuate sui treni sono alla stazione. Si tratta dell’unica uscita ferroviaria controllata dall’Ucraina dalla parte settentrionale della regione di Donetsk.