La sentenza del Tribunale militare di Roma
Walter Biot condannato a 30 anni: il militare accusato di aver venduto segreti ai russi
Il tribunale militare di Roma ha condannato a 30 anni Walter Biot. L’ufficiale di Marina era accusato di accuse di rivelazione di segreti militari a scopo di spionaggio, procacciamento di notizie segrete a scopo di spionaggio, esecuzione di fotografie a scopo di spionaggio, procacciamento e rivelazione di notizie di carattere riservato e comunicazioni all’estero di notizie non segrete né riservate. Biot era stato arrestato due anni fa in un parcheggio alla periferia sud di Roma, nel quartiere di Spinaceto, mentre cedeva secondo l’accusa documenti top secret al funzionario russo Dmitry Ostroukhov in cambio di una mazzetta di banconote. La Procura militare aveva chiesto l’ergastolo per il capitano di Fregata.
“Fu infedele e astuto: condannatelo all’ergastolo”, aveva argomentato l’accusa. “Maneggiava quotidianamente documentazione riservata e questo è attestato da colleghi e funzionari”. I giudici hanno riconosciuto le attenuanti generiche. Biot ha risposto di “procacciamento di notizie segrete a scopo di spionaggio”, “procacciamento e rivelazione di notizie di carattere riservato”, “esecuzione di fotografie a scopo di spionaggio” e “comunicazione all’estero di notizie non segrete nè riservate”. Secondo chi indaga, Biot si sarebbe procurato notizie che, nell’interesse della sicurezza dello Stato, dovevano rimanere segrete, per poi passarle al funzionario russo. Tra i 19 documenti fotografati ce ne erano alcuni, della Nato, “riservatissimi”, e uno “Top secret”, ha evidenziato l’accusa durante la requisitoria.
L’ufficiale era stato incastrato da alcuni video in cui sarebbe stato ripreso mentre fotografava documenti riservati ai quali aveva accesso grazie all’impiego presso lo Stato maggiore della difesa. L’accusa ha citato in udienza un video in cui l’ufficiale, seduto alla sua scrivania, avrebbe preso una scatoletta dalla quale estraeva il cellulare, inseriva la scheda sd e fotografava lo schermo del pc e alcuni fogli prima di nascondere la scheda in una scatola di medicine e di mettere tutto nello zaino.
Per il rappresentante dell’accusa “Biot ha fatto commercio di documenti segreti” e ha dimostrato “elevato grado infedeltà e la capacità criminale, ma anche il triste tornaconto venale. L’astuzia con la quale voleva dissimulare la sua azione. Quella del 30 marzo del 2021 è stata solo quella scoperta, ma possono essercene state altre”. Quei documenti avrebbero avuto un valore pari a una somma di cinquemila euro. Nei confronti del capitano di fregata procede anche la procura di Roma che, nell’inchiesta della pm Gianfederica Dito coordinata dal procuratore aggiunto Michele Prestipino, contesta le accuse di spionaggio, rivelazione di segreto di Stato e corruzione. Biot per queste accuse è sotto processo davanti alla Corte di Assise di Roma. La difesa ha annunciato ricorso in Appello.
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