Giustizia
Weinstein condannato a 23 anni di prigione. I legali: “Morirà in cella”
L’ex produttore cinematografico Harvey Weinstein è stato condannato ieri dal tribunale di Manhattan a 23 anni di carcere per stupro e violenza sessuale. Weinstein rischiava da un minimo di cinque a un massimo di 29 anni. Il giudice James Burke. Ha deciso per l’ex “re di Hollywood”, 67enne, una condanna a 20 anni di reclusione per l’aggressione sessuale dell’assistente Miriam Hailey e tre anni per il rapporto sessuale non consensuale con l’aspirante attrice Jessica Mann. Le due pene dovranno essere scontate consecutivamente.
Il 24 febbraio scorso, dopo 49 giorni di processo, Weinstein aveva ricevuto il verdetto della giuria che l’ha riconosciuto colpevole di 2 capi d’imputazione su cinque, assolvendolo però dall’accusa peggiore, quella di “predatore sessuale”, cioè di violentatore seriale, che gli sarebbe potuto costare una quasi certa condanna all’ergastolo.
Weinstein, che dopo il verdetto di colpevolezza aveva accusato un malore e nei giorni scorsi ha subito un intervento per uno stent cardiaco, ieri è stato portato in tribunale in sedia a rotelle. La difesa aveva chiesto alla Corte di applicare il minimo della pena, quindi cinque anni, alla luce dello stato di salute dell’ex produttore, delle sue attività filantropiche e del fatto che ogni pena più lunga avrebbe significato per il 67enne Weinstein la morte in prigione. Ma il giudice Burke ha ignorato la richiesta dei legali.
La condanna è stata celebrata come una grande vittoria da #MeToo, il movimento nato dall’ondata di rivelazioni e accuse contro Weinstein scatenata dagli articoli del New York Times e del settimanale New Yorker, pubblicati a ottobre del 2017, nei quali si riferivano nel dettaglio numerose testimonianze contro Weinstein. «Ho pianto di commozione», ha detto l’attrice Mira Sorvino, mentre per Ashley Judd, Rose McGowan e le altre “Silence Breakers”, «nessuna pena detentiva potrà riparare tante vite distrutte e carriere rovinate».
Prima della sentenza avevano preso la parola sia Weinstein che le sue accusatrici, le quali hanno rinnovato in aula la loro testimonianza. «Le nostre verità possono essere diverse ma provo veramente rimorso», aveva dichiarato l’ex produttore durante l’udienza. Per Harvey Weinstein non è finita: concluso il processo di New York, dovrebbe aprisi quello di Los Angeles dove deve rispondere di nuove accuse.
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