Una campionessa speciale
Wimbledon, in campo la tunisina Ons Jabeur: la tennista che parla di diritti
Ons Jabeur è la miglior ambasciatrice che la politica possa avere in Africa. Lei non ne fa mistero, anzi ne è assolutamente consapevole e non si tira mai indietro nei vari punti stampa se deve dare qualche messaggio al suo paese
La ragazza di Odessa non ce l’ha fatta, tradita dalle emozioni, dalla fatica del rientro alla gare quando la piccola Scai ha solo otto mesi, dal peso di avere sulle spalle un paese che avrebbe tanto voluto portare in finale a Wimbledon anche solo per distrarlo dalla guerra. Si dice che Zelensky sarebbe stato invitato nel Royal box del Centre court. Quella sceneggiatura imprevedibile che solo lo sport sa regalare, aveva immaginato una finale femminile tra la dolce ucraina Svitolina e la tigre di Bielorussa Aryna Sabalenka. Il campo centrale di Wimbledon come Dayton e Camp David, le sedi di accordi pace storici, le due giocatrici che alla fine si abbracciano, la diplomazia dello sport. Nulla da fare: Elina Svitolina ferma la sua corsa davanti alla ceca mancina Vondrousova, nessun segno particolare, più che vincere, ha perso Svitolina mai stata veramente in partita.
Ce l’ha fatta invece un’altra ragazza speciale, la tunisina Ons Jabeur, 28 anni, un pennello al posto della racchetta, la prima tennista araba e africana che torna per il secondo anno di fila in finale a Wimbledon. L’anno scorso (fece finale anche agli Us Open) ha dovuto cedere il passo alla Rybakyna che quest’anno invece ha liquidato nei quarti di finale. E’ stata la dolce, simpatica e sorridente Ons a fermare ieri in tre set la tigre bielorussa (67-64-63) mandata letteralmente fuori giri dai cambi di ritmo, dagli angoli, dai tocchi e dalle variazioni della tunisina. Che sabato avrà una grande occasione visto che le stesse armi che ieri hanno alla fine intrappolato la potenza di Sabalenka potranno a maggior ragione essere messe in campo contro la Vondrousova.
Ons Jabeur è la miglior ambasciatrice che la politica possa avere in Africa. Lei non ne fa mistero, anzi ne è assolutamente consapevole e non si tira mai indietro nei vari punti stampa se deve dare qualche messaggio al suo paese. “Il mio paese vive un momento difficile e io lo voglio aiutare”, “sono orgogliosa di essere africana e difendo il diritto di tutti di vivere con dignità”. E’ una così Ons, passione, talento e generosità. Ecco perché domani tutti vorrebbero che fosse lei a vincere il titolo più bello.
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