WIMBLEDONÈ molto verde e ancora più dolce l’erba degli Championships quest’anno. Jannik Sinner è il primo italiano in 136 edizioni che raggiunge per due anni di fila i quarti di finale dello slam inglese. Nicola Pietrangeli, che pure ha vinto due volte Parigi, a Church road ha raggiunto i quarti due volte ma in anni lontani uno dall’altro. Matteo Berrettini, qualunque sia stato il risultato di ieri sera, ha fatto innamorare il pubblico.

Per la bellezza, senza dubbio: è stato un cult transgenerazionale e trasversale la scena del cambio di maglietta, il busto nudo e la successiva vestizione alla fine di ogni match. Ma soprattutto perché la sua è una favola bella che scalda il cuore: un risorgimento italiano dopo i fasti del 2021 in cui l’azzurro giocò la finale contro Djokovic (la prima volta di un azzurro a Wimbledon), il tunnel da metà 2022 fino ad oggi, una sorta di buco nero tra infortuni – dopo la mano, le lesioni muscolari alla fascia addominale – vecchie e nuove storie d’amore, una forma fisica che sembrava non tornare mai. «Ho passato molti giorni a piangere nel mio letto.

Ho guardato Parigi in tv…vedevo Alcaraz salticchiare sempre in campo» ha detto sabato nella conferenza stampa dopo il vittorioso match contro il tedesco Alexander Sverev. «Quando sono arrivato qui non sapevo neppure se avrei giocato. Occorre una forma mentale e fisica speciale per affrontare uno Slam. Io non ce l’ho». Ma eccolo qua, agli ottavi di finale, contro il numero uno del mondo Carlos detto Carlitos Alcaraz, sei anni di differenza, una distanza di 35 posizioni in classifica. «E chi non vorrebbe giocare contro il numero 1? È il sogno di tutti». Ed eccola qui la favola bella che ancora una volta lo sport, e specie uno sport individuale come il tennis, sa regalare: nella vita, anche agonistica, si può morire e risorgere tante volte, servono volontà, disciplina, pazienza. Gli infortuni sono per Berrettini un vero ostacolo, questione di struttura fisica, di predisposizione, di tipologia di gioco, così potente. “The hammer” lo chiamano. «Ho imparato a convivere con i miei problemi, ad accettare i miei limiti e quindi ad essere pronto a prendere quello che viene» dice sorridendo.

Il Centre court di Wimbledon ieri sera era per lo più per «Mateoooo», una “t” sola e quella “o” che arriva come una carezza. I bookmaker danno lo spagnolo vincente al 65%, l’azzurro al 35%. Quotazioni scese rispetto alla mattina. «Se giochi così puoi vincere il torneo» gli ha detto Zverev l’altro giorno nella stretta di mano finale. Come si diceva una volta, comunque vada sarà un successo. Jannik Sinner invece è già ai quarti. Lo scorso anno trovò Djokovic e finì lì la sua corsa. Quest’anno – è nella seconda metà del tabellone, Berrettini nella parte alta con Djokovic – gioca contro Roman Safiullin che ha sconfitto in quattro set Shapovalov. Il russo è 92 del mondo, ha fatto un ottimo torneo battendo Bautista Agut, Moutet, Pella e Shapovalov. Sinner è favorito. Finora ha perso un solo set contro il francese Halys. Giocherà oggi, anche per lui è riservato il Centre court, terzo ed ultimo match. Finora ha giocato bene ma non benissimo. Può fare molto di più se si scioglie. Se è meno teso. Se riesce a divertirsi un pò di più. Come sta provando a fare Matteo.

Claudia Fusani

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