Per le Regioni Luca Zaia, per i comuni Antonio Decaro. Sono il governatore del Veneto e il sindaco di Bari gli amministratori più apprezzati in Italia. La rilevazione annuale “Governance poll” realizzata da Noto Sondaggi per il Sole 24 Ore non riscontra novità in testa agli indici di gradimento nel 2021. Si agita invece la classifica subito dietro i due teste di serie. Un ranking stravolto e colpito e fiaccato dalla pandemia che ha messo gli amministratori locali di fronte all’emergenza più complicata dal secondo dopoguerra e spesso anche in contrasto con il governo centrale di Roma. In difficoltà in particolare i sindaci delle grandi città e quelli delle città del Sud.

Partiamo dalle Regioni: salto in alto di Stefano Bonaccini, governatore dem dell’Emilia Romagna, eletto nel 2020, che cresce di 8,6% e arriva a quota 60%. Ruba quindi il secondo posto di Massimiliano Fedriga, Presidente leghista del Friuli Venezia Giulia, e Presidente del Consiglio Stato Regioni che scivola al terzo posto. Non solo: il friulano deve condividere il podio con Vincenzo De Luca, mediatico Presidente della Campania, al 59%, che con le sue dirette infuocate e il suo decisionismo rigorista ha capitalizzato l’amministrazione della pandemia, confermandosi alle Regionali dello scorso settembre con percentuali bulgare. Seguono Giovanni Toti, Liguria, 56%, e Alberto Cirio, Piemonte, al 52,5%.

Stravolgimenti anche nella classifica dei sindaci: Luigi Brugnaro, Venezia, centrodestra, sale al secondo posto con un balzo del 7,9% per arrivare al 62%. Terzo Giorgio Gori, Bergamo, centrosinistra, a parità di merito al 61% con Marco Fioravanti, Ascoli Piceno, centrodestra, al 61%. Il primo cittadino di Bergamo, città più colpita dal covid nella prima fase dell’emergenza, cresce del 5,7%.

Se in un primo momento la gestione dell’emergenza era più rivolta alla gestione dei contagi, questo è il momento della campagna vaccinale. Al momento sei italiani su dieci hanno ricevuto almeno una dose di vaccino, ha detto il generale Francesco Paolo Figliuolo in un’intervista a Il Corriere della Sera, sottolineando come non ci sia nessun ritardo e che la campagna può proseguire spedita. Dà quindi i suoi frutti la corsa della Regione Lazio, con il gradimento del governatore Nicola Zingaretti, ex segretario del Pd, che cresce di 10 punti percentuali e raggiunge la 14esima posizione.

Il sondaggio arriva proprio mentre alcune caselle per le amministrative del prossimo autunno sono ancora vuote. Si dibatte insomma sulla difficoltà nel reperire profili di candidati, che però rifuggono da una responsabilità pesante come quella di governare una città italiana. E le due fasce critiche del sondaggio lo sottolineano. Collassano infatti i sindaci delle grandi città del Sud. Due le criticità: i conti in dissesto e la paralisi amministrativa. A chiudere la graduatoria delle 105 città capoluogo ci sono infatti Salvo Pogliese (Catania, 30% dei consensi), Luigi De Magistris (Napoli, 35%) e Leoluca Orlando (Palermo, 39%). Altra categoria in crisi è quella dei primi cittadini delle metropoli: se Dario Nardella (Firenze, 57%), Virginio Merola (Bologna, 54,6%) e Clemente Mastella (Benevento, 59%) se la cavano anche egregiamente, Beppe Sala (Milano) per la prima volta va sotto il 50% e si piazza all’81esimo posto; le sindache Cinque Stelle Virginia Raggi (Roma) e Chiara Appendino (Torino) abitano entrambi la 94esima con il 43% di gradimento, con la Raggi che cala del 24,2% e l’Appendino dell’11,6%. In caduta libera Cateno De Luca, Messina, dal secondo al 22esimo posto. Federico Pizzarotti, primo sindaco del M5s in un capoluogo in Italia, e poi espulso, scende ancora al 97esimo posto.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.