Luca Zaia, governatore del veneto, parla della fine della pandemia a poche ore dalla dichiarazione dell’Oms che sancisce la fine dell’era Covid 19. “È finito il Covid. Non il post Covid” – dice al Corriere in una lunga intervista – “e noi dobbiamo ancora ritrovare la pacificazione sociale”.

Secondo Zaia i toni aggressivi non accennano ad abbassarsi e “si continua a far credere che i morti siano morti per l’incapacità di qualcuno, magari dei decisori politici e che c’era chi aveva capito tutto, ma non è stato ascoltato. Il governatore veneto crede che la storia del Covid debba essere la più trasparente possibile e rispettosa nei confronti di tutti: operatori, ammalati, familiari degli scomparsi.”

“Ma io non so se tutto questo ci ha insegnato qualcosa” – prosege Zaia- “Sono convinto che sia indispensabile un approfondimento sia sul cosiddetto long Covid sia su eventuali reazioni avverse ai vaccini. Per contro, non è che se una persona muore d’infarto la colpa è d’ufficio del vaccino. E non possiamo nemmeno pensare che tutto questo passi dai tribunali. Il tribunale deve perseguire i reati, certo. Ma non giudicare sulle scelte degli amministratori”

E ritornando con la mente all’inizio della fase pandemica del 2020, il governatore del veneto spiega come le istituzioni tutte si siano trovate “a mani nude, con indicazioni contrastanti, in una situazione senza riferimenti. Non avevamo le istruzioni per l’uso. Basti pensare che si diceva che la mascherina non serviva a nulla. Io sono stato contestato perché avevo disposto 3.500 tamponi a Vo’ Euganeo, quando non erano previsti tamponi per gli asintomatici. Peccato che abbiamo trovato un’ottantina di positivi.”

Il problema secondo Zaia sembra essere anche il modo in cui viene concepita la cosa pubblica: “Io, come tutti, mi sono ritrovato senza mascherine e senza camici. Prima del Covid l’azienda universitaria di Padova consumava 950 camici usa e getta al mese. Sotto Covid, siamo arrivati a 4.500 al giorno. Se avessi fatto una scorta di camici abbondante, che cosa mi sarei sentito dire? Il Paese deve comprendere anche le scelte strategiche. Perché a forza di danni erariali e di azioni di responsabilità si rischia davvero di rendere l’amministrazione un atto notarile”.

Le sfide saranno rappresentate da nuovi virus, infezioni ospedaliere, resistenza agli antibiotici. “Abbiamo due opzioni: nascondere la testa sotto la sabbia o guardare in faccia alla realtà. Ora, non abbiamo più alibi” conclude Zaia.

Giulio Pinco Caracciolo

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