Venti anni fa, quando gli Stati Uniti e i Paesi occidentali iniziarono la guerra in Afghanistan contro i talebani, Zaki Anwari non era ancora nato. Nascerà nei mesi successivi senza la presenza degli studenti coranici che nei giorni scorsi hanno riconquistato l’intera nazione seminando terrore e caos tra i cittadini afghani. C’è chi è scappato in auto o piedi, raggiungendo il confine e attraversandolo, e chi ha preso d’assalto l’aeroporto di Kabul provando ad imbarcarsi sui voli militari in partenza per l’Europa o per l’America.

Tra questi, lunedì 16 agosto, c’era anche Zaki, giovane promessa del calcio giovanile dell’Afghanistan. Aveva 19 anni. Ha provato a mettersi in salvo scappando dal suo Paese. Si è aggrappato a un aereo militare statunitense ma poco dopo è precipitato nel vuoto.

La sua morte è stata confermata dalla direzione generale dell’educazione fisica e dello sport dell’Afghanistan. Zaki Anwari, che nelle immagini diffuse sui social viene fotografato con la maglia numero 10 della nazionale giovanile afghana, era uno delle migliaia di afghani che lunedì si erano riversati all’aeroporto internazionale ‘Hamid Karzai’ della capitale.

Ha provato ad aggrapparsi al carrello del Boeing C-17 della Usaf. “Anwari è caduto ed è morto” ha confermato la direzione sportiva locale.  “Con grande rammarico e tristezza, abbiamo ottenuto informazioni che Zaki Anwari, uno dei calciatori giovanili della squadra nazionale, ha perso la vita in un orribile incidente”, si legge nel comunicato. “Era in cerca di un futuro migliore in America. Possa la sua anima riposare in pace e la sua memoria essere ricordata” prosegue la nota.

Il video del tentativo disperato degli afghani di aggrapparsi all’aereo è emerso poco dopo aver mostrato un C-17 che decolla da Kabul e dal quale si vedono cadere nel vuoto almeno due i corpi.

 

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Napoletano doc (ma con origini australiane e sannnite), sono un aspirante giornalista: mi occupo principalmente di cronaca, sport e salute.