“Esistono Paesi Seri come l’Egitto che non si lasciano condizionare dalle Ong. Bye bye Zaki“. Questo il post di Luca Rossi, segretario della Lega a Modena, sui social che sta scatenando numerose polemiche. Uno scritto dal tono ilare e sprezzante, soprattutto per quel “Bye bye”, verso la vicenda di Patrick George Zaky. Lo studente egiziano dell’Università di Bologna è detenuto da febbraio al Cairo con l’accusa di propaganda sovversiva.

Una situazione preoccupante ed emergenziale. La detenzione del 27 enne è stata rinnovata per ulteriori 45 giorni dall’Egitto. Quattro giorni fa un giornalista è morto dopo aver contratto il coronavirus nello stesso carcere dove è detenuto Patrick George Zaky. E intanto Luca Rossi fa dell’ironia, scrive “Bye bye”. Anzi sui suoi canali social riposta orgoglioso gli articoli che riprendono la sua sparata. E chiarisce infine la sua posizione, senza cambiarla di un millimetro e senza esprimere un centimetro di solidarietà per l’arresto di uno studente, 27enne, detenuto con accuse fumose nello stesso Paese che secondo organizzazioni internazionali commette sistematicamente violazioni dei diritti umani. E dove nel 2016 venne ritrovato il cadavere, torturato, del ricercatore friulano Giulio Regeni.

Prima di tutto, per il leghista, viene la sovranità egiziana e la sua opinione personale. “In merito al post su #Zaky il sottoscritto ha espresso un parere esclusivamente personale che non coincide necessariamente con la linea del Partito #legasalvinipremier. Detto ciò confermo la mia opinione sulla questione. La campagna politico/mediatica per la scarcerazione dello studente universitario detenuto in #Egitto, rappresenta un’ingerenza negli affari interni di uno Stato #sovrano e che ha come obiettivo primario il deterioramento dei rapporti diplomatici e commerciali con #IlCairo. Un Paese strategicamente importante per il nostro sistema-Paese e fondamentale nella lotta contro il fondamentalismo e l’oscurantismo islamista”.

Il segretario modenese del Carrocio parla di lotta all’islamismo e all’importanza strategica dei rapporti con l’Egitto, ma nemmeno sfiora i depistaggi e le collaborazioni mancate per le indagini sul delitto Regeni. Luigi Di Maio, ministero degli Esteri, ha detto in sede di audizione della Commissione Parlamentare specifica che l’ambasciatore italiano resterà al Cairo. Organizzazioni e i genitori del ricercatore ucciso ne avevano richiesto il ritiro. In ballo, tra i due Paesi, una commessa di armi, complessivamente da 11 miliardi. Potrebbe essere la più grande per l’Italia dal dopoguerra.

Redazione

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