Approvazione culturale illecita” è l’accusa che il Messico sta portando avanti contro alcuni brand di moda internazionali. Secondo quanto è stato dichiarato dal ministero della Cultura messicano, le tre aziende avrebbero utilizzato modelli di gruppi indigeni messicani nei loro cataloghi senza però portare alcun beneficio alle comunità indigene stesse.

Sono state inviate lettere ufficiali a tutte e tre le aziende globali. A firmarle è stata la stessa ministra della Cultura messicana Alejandra Frausto che ha chiesto una spiegazione di come sia possibile che è stato “concesso” alle aziende di privatizzare la proprietà collettiva. Frausto ha portato alla luce anche dei paragoni concreti.

Infatti l’azienda spagnola Zara di proprietà di Inditex (ITX.MC), il più grande rivenditore di abbigliamento al mondo, avrebbe utilizzato un modello distintivo della comunità indigena Mixteca di San Juan del Colorado, nello stato meridionale di Oaxaca. Il capo “colpevole” di plagio degli elementi identitari sarebbe l’abito mini con scollo a V e maniche corte con dettagli di ricamo combinato a contrasto, una cintura annodata nello stesso tessuto. Molto simile a questa tipologia di abito di Zara è l’abito tradizionale huipil, indossato dalle donne di San Juan che loro stesse realizzano su un telaio. L’abito huipil riporta e simboli ancestrali legati all’ambiente, alla storia e alla visione del mondo della comunità. Ogni huipil richiede almeno un mese di lavoro per essere realizzato.

Se Zara non ha tardato a inviare una risposta al giornale Reuters che ha discusso dell’accaduto dichiarando: “Il design in questione non è stato in alcun modo intenzionalmente preso in prestito o influenzato dall’arte del popolo Mixtec del Messico“, Anthropologie, di proprietà di URBN (URBN.O) e Patowl non hanno risposto alla richiesta di rilasciare un commento.

Il Ministero della cultura messicana ha accusato che Anthropologie ha utilizzato un design sviluppato dalla comunità indigena Mixe di Santa Maria Tlahuitoltepec, avendo proposto nella sua collezione “Daily Practice” dei pantaloncini ricamanti Marka che riporterebbero degli elementi distintivi e caratteristici della cultura e identità del popolo di Santa Maria. Se da un lato Anthopologie è stata accusata a causa di un pantaloncino, la lettera a Patowl è stata inviata per colpa della sua collezione di tops.

Infatti, l’azienda avrebbe copiato un modello dalla comunità indigena Zapoteco di San Antonino Castillo Velasco, che si trova sempre nello stato di Oaxaca. L’azienda di moda avrebbe riprodotto una copia fedele dell’abbigliamento tradizionale degli indigeni zapotechi dove i vestiti vengono ricamati a mano con una tecnica tradizionale che riflette la complessità del processo produttivo che riflette il sentimento e la memoria storica del popolo zapoteco.

Zara, Anthropologie e Patowl non sono le prime aziende accusate di essersi appropriate “illegalmente” di un bene culturale. Nel 2019 è stata accusata la casa di moda Carolina Herrera di appropriazione culturale di modelli e tessuti indigeni dal Messico nella sua collezione. Successivamente alle accuse, il direttore creativo di Herrera, Wes Gordon, ha affermato che la collezione “rende omaggio alla ricchezza della cultura messicana“.

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Laureata in relazioni internazionali e politica globale al The American University of Rome nel 2018 con un master in Sistemi e tecnologie Elettroniche per la sicurezza la difesa e l'intelligence all'Università degli studi di roma "Tor Vergata". Appassionata di politica internazionale e tecnologia