Zelensky non ambisce a portare la pace ma ambisce a ricevere il premio Nobel per la pace“. Nella rubrica “Fatela Finita” del Riformista Tv, Paolo Liguori risponde alle domande di Hoara Borselli. Per il direttore editoriale “Zelensky è il capo di un popolo aggredito e quindi può dire quello che vuole però questo suo viaggio nelle capitali del mondo, con dei discorsi preparati e scritti, e adattati alle circostanze” non deve trarre in inganno. “Questa sceneggiatura del presidente ucraino in viaggio virtuale per le capitali del mondo con questi discorsi mi è sembrata una perorazione per essere considerato lui l’uomo della pace” aggiunge Liguori.

Che poi chiarisce: “Certo è aggredito ma è anche l’uomo che ha armato il suo popolo fino all’ultimo uomo, e che dice agli uomini che non possono abbandonare il paese con le proprie famiglie”. Per Liguori il presidente ucraino “non è un uomo di pace, è un uomo che fa una grande campagna per se stesso per il dopoguerra. Come sarà il dopoguerra per il suo popolo? Terribile. Per noi? Abbastanza brutto. Per Zelensky? Magari lui sogna che passerà alla storia come uomo di pace”.

“Faccio solo un esempio – ricorda Liguori – Obama ha preso il nobel per la Pace ed è stato il presidente Usa che ha inventato l’omicidio a distanza con i droni. E ha detto ‘beh non sacrifico più vite americane’ ma sacrificava le vite degli avversari con i droni. Quindi se hanno dato il Nobel per la pace a lui, lo possono dare anche a Zelensky…”

“Tu vedi e ravvedi in Zelensky una forma di protagonismo che ha preso il sopravvento su quello che invece dovrebbe essere un atteggiamento più sensato a come dovrebbe porsi”? E’ la domanda provocatoria di Hoara Borselli. La risposta è dello stesso tenero: “Tu dici sopravvento perché ti riferisci a uno Zelenksy che io non ho mai conosciuto. Come poteva essere l’uomo Zelensky – osserva Liguori – prima di essere un uomo nelle mani dell’Occidente in tutte le sue articolazioni, degli americani e degli altri? Se conoscessi quello Zelensky ti potrei dire ‘si è cambiato’. Ma – incalza – siccome quello Zelensky non lo conosco e l’unica traccia che ho, come precedente, è la sua villa a Forte dei Marmi che sta nel quartiere degli oligarchi russi, e lui magari è l’unico oligarca ucraino, in questo senso questo cambiamento non lo posso giudicare. Io commento quello che vedo, l’uomo che sta facendo una grande campagna per il Nobel per la pace ma per la pace bisogna trattare, lo dico dal primo giorno”.

 

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