Le ipotesi del governo
Zona gialla, come cambiano i parametri: terapie intensive occupate al 5% e reparti ordinari al 10% per la ‘chiusura’
Non più i contagi ma il tasso di ospedalizzazione. Così il governo è intenzionato a modificare i parametri per la divisione in zone dell’Italia e scongiurare il rischio, sempre più alto visto i dati dei contagi, che da lunedì prossimo diverse Regioni possano tornare a ‘chiudere’.
L’ipotesi, secondo quanto si apprende da più fonti di governo e regioni, è che si passerà in zona gialla se l’occupazione delle terapie intensive è superiore al 5% dei posti letto a disposizione e se quella dei reparti ordinari supera il 10%.
STATO DI EMERGENZA E GREEN PASS – Una settimana che sarà decisiva anche per il prolungamento dello stato di emergenza. Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa ha spiegato all’Ansa che l’obiettivo dell’esecutivo è di “prolungare lo stato di emergenza fino a fine ottobre. C’è in campo anche l’ipotesi fino a gennaio ma credo che si possa ragionare su un primo step ad ottobre e poi, naturalmente, valuteremo”.
Quanto al Green Pass, al centro delle polemiche tra chi come il Partito Democratico e il ministro della Salute Roberto Speranza vuole seguire il ‘modello francese’, o chi come il duo Salvini/Meloni si dice assolutamente contrario, Costa spiega che “l’idea è quella di pensare a una modulazione e gradualità a seconda del quadro della regione: si possono cioè prevedere intensificazioni dell’utilizzo del green pass a seconda della situazione. Se c’è una situazione che peggiora, automaticamente – spiega – ci può essere un’applicazione più ampia del green pass. È un ragionamento di buon senso: se una Regione rimane bianca ci può essere un tipo di utilizzo di green pass, ma se una Regione ha criticità maggiori, piuttosto che chiudere si applica il green pass più restrittivo”
CAOS SULL’OBBLIGO VACCINALE PER GLI INSEGNANTI – Altro tema al centro del dibattito è quello della riapertura a settembre delle scuole e del ‘rischio’ che queste ripartano ancora in Dad. “Dobbiamo guardare con fiducia alla ripartenza delle scuole”, ha spiegato il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi all’inaugurazione di Lef, il Digital Innovation Hub più integrato del mondo, a San Vito al Tagliamento.
Per Bianchi “la scuola in presenza è la nostra priorità assoluta. Lo abbiamo detto dall’inizio, quando durante l’ultima ondata abbiamo voluto che i bambini rimanessero a scuola e facessero gli esami in presenza. Anche l’apporto della scuola in estate, grande successo, ha consentito di recuperare moltissime attività perdute. Lavoriamo giorno e notte per riaprire in presenza”.
Quanto alla possibilità di un obbligo vaccinale per gli insegnanti, la decisione sarà presa “questa settimana col Consiglio dei ministri, andrà presa dall’intero collegio”.
A proporre una soluzione di questo tipo era stato oggi il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. “Non so se si riesce ad estendere l’obbligo vaccinale a tutto il paese – dice – certo per il personale sanitario e quello scolastico io lo metterei, perché ne abbiamo bisogno su alcune professioni in particolare”, aveva spiegato ospite di Radio 24. Proposta sonoramente bocciata dal leader della Lega Matteo Salvini, che lo ritiene inutile per i professori dal momento che “il 90% di loro è già vaccinato”.
© Riproduzione riservata